Pianta delle Grotte del Cavallone

Scesi dalla cestovia, col naso all’insù, non si farà fatica ad immaginare l’entrata della Grotta come un occhio di cavallo gentilmente incastonato nella parete rocciosa dalle forme che ricordano il suo muso. Da questo richiamo sembra derivi il nome Cavallone. Altri sostengono che Cavallone derivi dal nome della Valle, un tempo chiamata Valle Cavallo.

Di certo, già soffermandoci da lontano sulla forma dell’entrata della Grotta, possiamo iniziare a mettere in moto la nostra immaginazione. Immaginazione di giochi di forme che verrà stimolata in pieno lungo tutto il percorso visitabile (1360 metri). Ci stupiremo dei prosciutti appesi, della Torre di Pisa, della Foresta Incantata, del paesaggio lunare. Ci stupiremo della forza e della magia delle creazioni alle quali l’acqua dona vita nuova.

Per accedere al suggestivo atrio di entrata della Grotta ci sono circa 300 scalini, scavati nella roccia da abili scalpellini . Prima del 1894 vi si accedeva tramite delle corde stese dall’alto: tutta un’altra cosa! Dal Belvedere, proprio di fronte all’ingresso di questo suggestivo monumento sotterraneo nel cuore della Maiella, possiamo riprendere fiato e stendere lo sguardo lontano, dalla valle, alle vette, ai giochi delle rocce e dei colori.

La Grotta del Cavallone, di origine carsica, si sviluppa per più di due chilometri; si divide in una galleria principale e tre diramazioni secondarie.

Inoltrandosi nella cavità, accompagnati da appassionate guide, a pochi passi dall’atrio, ci si trova all’ingresso della Galleria della Devastazione, dove il caos del tempo ha il sopravvento sull’armonia delle forme e dell’immaginazione. Proseguendo per la strada principale, ancora accompagnati da raggi di luce esterna, si giunge alla Sala di Aligi, dove si ha la prima consapevolezza del lavoro costante dell’acqua, sintomo di creazione e di vita: davanti ai nostri occhi una vera e propria cascata di pietra!

È proprio l’acqua la vera protagonista del nostro viaggio all’interno di questo meraviglioso ed unico mondo sotterraneo. Acqua regista di forme, creatrice di pozzi, gallerie, laghetti sotterranei; acqua madre di stalattiti e stalagmiti.

Alla fine della Sala di Aligi, ci troviamo al cospetto delle Sentinelle, formazioni di stalattiti e stalagmiti che salutano il nostro ingresso nella Galleria principale, ormai lontana dai raggi del sole. Da qui è tutto un susseguirsi di formazioni calcaree e di giochi di fantasia sulle forme createsi. Un po’ di nomi per stimolare la curiosità: Sala di Budda, Sala degli Elefanti, Teste d’Indiani, Sala delle Statue, Sala dei Prosciutti, Sala delle Campane

Non resta che assaporare il viaggio di 1360 metri alla scoperta di pozzi, laghi e giochi di forme. Non resta che mettere in moto l’immaginazione e fantasticare sui nuovi mondi creati dal lavoro millenario dell’acqua. Non resta che assaporare la magia della luce soffusa e del suono dello stillicidio delle gocce d’acqua.

La visita in Grotta durerà circa un’ora, la temperatura costante di 10 gradi e l’umidità percepita è del 96%. Munitevi di scarpe chiuse, di una giacca impermeabile e di una bambinesca curiosità!

Vallone di Taranta dall'ingresso delle Grotte